L’orto a casa con la coltura idroponica
Coltura idroponica, il modo più sano e pratico per coltivare in casa in poco spazio i propri ortaggi di qualità, senza l’uso del terreno e pesticidi.
La coltura idroponica è un tecnica di coltivazione fuori terra, cioè senza terreno , in cui le radici della pianta sono immerse in una soluzione a base d’acqua e sostanze nutritive.
La parola idroponica deriva dal greco , è composta da due parole , idros e ponos, rispettivamente acqua e lavoro, per cui si può interpretare come acqua che lavora o più nello specifico, tecnica che sfrutta il lavoro dell’acqua
Se praticata nel modo giusto, permette di ridurre l’impatto ambientale tipico delle coltivazioni tradizionali in suolo, inoltre grazie alla mancanza del terreno, fonte e dimora di molteplici batteri, insetti ed erbe infestanti, riusciremo ad evitare i pesticidi e soprattutto il lavoro fisico oltre ad assicurarci frutti, fiori, erbe e ortaggi di qualità superiore e sicura.
La tecnica pura dell’idroponica si serve appunto solo della soluzione nutritiva, ma si sono sviluppati vari metodi per migliorare la stabilità della pianta usando dei materiali inerti che fungono da supporto della stessa ma non interferiscono con la sua crescita in quanto inerti, quali ad esempio l’argilla espansa, la fibra di cocco e svariati altri materiali.
Prima di tutto bisogna fare la distinzione tra le varie tipologie di coltivazione idroponica per poter avere un quadro più chiaro di cosa andremo a realizzare ed ai risultati che andremo ad ottenere.
Purtroppo ci sono svariate tipologie racchiuse in questo tipo di coltivazione ed alcune andrebbero abbandonate,alcune coltivazioni idroponiche sono usate da grandi aziende che puntano solo alla quantità e non si curano della salute dell’ambiente e della qualità del prodotto, finendo cosi per avere un prodotto scadente e producendo grandi quantità di rifiuti quasi tutti non riciclabili pur di ottenere un alto margine di guadagno.
Fortunatamente l’idroponica offre molto di più se praticata con una certa etica e soprattutto con un ottica di qualità!
Il vantaggio più grande per chi vive in appartamento è che le colture idroponiche in casa occupano uno spazio ridottissimo, in un paio di metri quadri si può coltivare tutto per il fabbisogno della famiglia.
Distinguiamo subito due categorie essenziali di coltura idroponica:
i sistemi a ciclo aperto e sistemi a ciclo chiuso.
I sistemi a ciclo aperto sono appunto quelli maggiormente usati dalle grandi industrie e si basano su un delle canaline in cui le piante sono sostenute da lastre di lana di roccia e sono irrorate con la soluzione nutritiva diverse volte al giorno in base al tipo di pianta coltivato.
In questo caso circa il 30% della soluzione nutritiva viene scaricata nell’ambiente circostante arrecando grossi danni all’ambiente, ed ovviamente alla reputazione dell’idroponica che viene ovviamente demonizzata a fronte di questa insana pratica volta solo al guadagno aziendale in quanto molto economica.
Nei sistemi a ciclo chiuso invece la soluzione viene fatta circolare in un circuito chiuso, riducendo cosi drasticamente il consumo d’acqua che si limita a quello che la pianta utilizza per la sua crescita e non sversa nell’ambiente i nutrienti che per la coltura sono essenziali per la crescita ma per l’ecosistema sono dannosi.
Occorre comunque in entrambi i casi regolare bene l’apporto di nutrienti necessari alla pianta e ovviamente scegliere la varietà giusta, certamente una buona varietà unito alla giusta nutrizione darà un risultato eccellente.
Tratteremo nei prossimi articoli ogni aspetto di questa straordinari tecnica di coltivazione, vedremo come costruire un impianto idroponico i vari sistemi idroponici e tutti i segreti per coltivare piante senza terra e come fare una serra idroponica autosufficiente ad impatto zero.
L’orto a casa con la coltura idroponica
Coltivazione idroponica, il modo più sano e pratico per coltivare in casa in poco spazio i propri ortaggi di qualità, senza l’uso del terreno e pesticidi.
L’idroponica è un tecnica di coltivazione fuori terra, cioè senza terreno , in cui le radici della pianta sono immerse in una soluzione a base d’acqua e sostanze nutritive.
La parola iroponica deriva dal greco , è composta da due parole , idros e ponos, rispettivamente acqua e lavoro, per cui si può interpretare come acqua che lavora o più nello specifico, tecnica che sfrutta il lavoro dell’acqua
Se praticata nel modo giusto, permette di ridurre l’impatto ambientale tipico delle coltivazioni tradizionali in suolo, inoltre grazie alla mancanza del terreno, fonte e dimora di molteplici batteri, insetti ed erbe infestanti, riusciremo ad evitare i pesticidi e soprattutto il lavoro fisico oltre ad assicurarci frutti, fiori, erbe e ortaggi di qualità superiore e sicura.
La tecnica pura dell’idroponica si serve appunto solo della soluzione nutritiva, ma si sono sviluppati vari metodi per migliorare la stabilità della pianta usando dei materiali inerti che fungono da supporto della stessa ma non interferiscono con la sua crescita in quanto inerti, quali ad esempio l’argilla espansa, la fibra di cocco e svariati altri materiali.
Prima di tutto bisogna fare la distinzione tra le varie tipologie di coltivazione idroponica per poter avere un quadro più chiaro di cosa andremo a realizzare ed ai risultati che andremo ad ottenere.
Non tutti i sistemi rendono e non inquinano
Purtroppo ci sono svariate tipologie racchiuse in questo tipo di coltivazione ed alcune andrebbero abbandonate,alcune coltivazioni idroponiche sono usate da grandi aziende che puntano solo alla quantità e non si curano della salute dell’ambiente e della qualità del prodotto, finendo cosi per avere un prodotto scadente e producendo grandi quantità di rifiuti quasi tutti non riciclabili pur di ottenere un alto margine di guadagno.
Fortunatamente l’idroponica offre molto di più se praticata con una certa etica e soprattutto con un ottica di qualità!
Distinguiamo subito due categorie essenziali :
Sistemi a ciclo aperto e sistemi a ciclo chiuso.
I sistemi a ciclo aperto sono appunto quelli maggiormente usati dalle grandi industrie e si basano su un delle canaline in cui le piante sono sostenute da lastre di lana di roccia e sono irrorate con la soluzione nutritiva diverse volte al giorno in base al tipo di pianta coltivato.
In questo caso circa il 30% della soluzione nutritiva viene scaricata nell’ambiente circostante arrecando grossi danni all’ambiente, ed ovviamente alla reputazione dell’idroponica che viene ovviamente demonizzata a fronte di questa insana pratica volta solo al guadagno aziendale in quanto molto economica.
Nei sistemi a ciclo chiuso invece la soluzione viene fatta circolare in un circuito chiuso, riducendo cosi drasticamente il consumo d’acqua che si limita a quello che la pianta utilizza per la sua crescita e non sversa nell’ambiente i nutrienti che per la coltura sono essenziali per la crescita ma per l’ecosistema sono dannosi.
Occorre comunque in entrambi i casi regolare bene l’apporto di nutrienti necessari alla pianta e ovviamente scegliere la varietà giusta, certamente una buona varietà unito alla giusta nutrizione darà un risultato eccellente.
Tratteremo nei prossimi articoli ogni aspetto di questa straordinari tecnica di coltivazione, vedremo come costruire un impianto idroponico e vedremo l’ idrocoltura come funziona , tutti i segreti per coltivare piante senza terra e come fare una serra idroponica autosufficiente ad impatto zero.